venerdì 31 ottobre 2014

Giants Talk

Mi sono preso la briga di andare a controllare quante volte, nelle precedenti quaranta edizioni delle World Series (quindi dal 1974 al 2013), la squadra che aveva vinto in casa gara-5 portandosi in vantaggio per 3 a 2 ha poi perduto fuori casa gara-6 per poi vincere sempre in campo avverso la decisivissima gara-7. Orbene questo specifico accadimento, prima dell'impresa di mercoledì dei Nostri Adorati, si era verificato solamente una volta ed esattamente nel 1975 quando Cincinnati cedette gara-6 al dodicesimo inning a Boston (21 ottobre) per poi trionfare a Fenway Park in gara-7 per 4 a 3 il giorno seguente. Quella dei Reds era la famosa "Macchina", un rullo compressore dotato di una mistica del gruppo e di una solidarietà all'interno della clubhouse rimaste rare nella storia di questo sport e che il quotato giornalista Joe Posnanski ha bene immortalato nel suo ottimo libro "The Machine" che ho letto qualche anno fa con grande interesse. Nell'arco dei quarant'anni presi in considerazione ben undici volte le World Series si sono risolte con la disputa di gara-7 ed escludendo quanto scritto sopra per i Cincinnati del 1975 solamente in un'altra occasione la squadra ospite è riuscita a vincere gara-7: accadde nel 1979 quando Pittsburgh, in svantaggio per 3 gare a 2, si presentò a Baltimora vincendo contro ogni pronostico le ultime due partite. Quella era la squadra che cantava "We are family" nella clubhouse e che aveva una serie di fuoriclasse spaventosi come ad esempio il partente olandese Bert Blyleven, il prima base Bill Stargell e il closer occhialuto Kent Tekulve. In definitiva solamente due compagini, composte da assi leggendari, sono riuscite a fare negli ultimi quarant'anni quello che hanno fatto mercoledì sera i Giants. Nelle altre nove occasioni di gara-7 la compagine di casa è sempre riuscita a vincere. La storia, come sappiamo, è molto spesso maestra di vita e detta precise indicazioni. Andare contro l'inerzia e sapere scrivere pagine uniche è quanto di meglio si possa concepire e fare ed è esattamente quello che i Giants mercoledì hanno attuato. Perdere fuori casa gara-6 e presentarsi il giorno dopo nella tana del leone per disputare gara-7 e vincerla è stata un colpo colossale che ben ci spiega che razza di mistica e unione del gruppo ci sia all'interno della nostra clubhouse dove il Supremo sa gestire il "fattore umano" con grandissima profondità e sensibilità. Qualcuno dei giocatori, e mi scuserete se non mi ricordo più chi, ha riferito dopo la festa del trionfo che pochi minuti prima di entrare in campo per gara-7 il Supremo ha tenuto un breve discorso alla squadra: "Noi crediamo in voi. Potete farcela a vincere gara-7. Credete in voi stessi perché sapete che noi siamo con voi". Non servivano in realtà altre parole. Perché il lavoro di cementare una clubhouse e un gruppo, anno dopo anno, è lento e doloroso ma può portare ottimi frutti se ci si allea con il Tempo. E quando al Guru e allo stesso Supremo viene detto che sono rappresentanti della "Vecchia Scuola" lo stesso Sabean tiene a precisare che "se Vecchia Scuola significa cercare di attuare qualsiasi nostra azione dentro alle regole del gioco per ottenere un vantaggio sull'avversario, ben venga questo genere di Vecchia Scuola". Tre titoli in cinque stagioni sono, Signori Miei, fatti incontrovertibili. Che rimangono per sempre nella storia e che scrivono pagine di leggenda indelebili. E alle quali potremo sempre riferirci dicendo: they can never be taken away from us! Una Dinastia è nata, vive e prospera: quella dei Giants!

Solamente per la seconda volta nella storia delle World Series due compagini provenienti dal rispettivo Wild Card Game hanno disputato l'epilogo. Evidentemente un qualcosa che ha finito per infastidire molto l'opinione pubblica e i media statunitensi che da subito hanno etichettato queste World Series del 2014 come "le peggiori di sempre". Sottolineando vieppiù che le due protagoniste non erano di certo le squadre più forti. Queste affermazioni portano a pensare che la stupidità e la mancanza di realismo siano all'ordine del giorno anche tra gli addetti ai lavori oltreoceano. Perché semplicemente ponendo a tutta questa pletora di geni la seguente domanda si finisce per smontare qualsiasi loro asserzione: se altre squadre erano più forti di Kansas City e dei nostri Giants, perché non si sono qualificate all'atto finale? Considerato che in una società assolutamente votata al più sfrenato pragmatismo, quale è quella statunitense, tutto ciò che non è vincente è ipso facto spazzatura viene da rimanere basiti persino nel solo leggere o ascoltare certe idiozie clamorose.

E' parso abbastanza chiaro che negli Stati Uniti la stragrande maggioranza di chi segue il Baseball fosse dichiaratamente a favore di una vittoria di Kansas City. Sia chiaro che non c'è nulla di male a simpatizzare per i Royals, per inciso una delle due compagini dell'American League a me care assieme ai Minnesota Twins, semplicemente mi domando per quali motivi l'ago della bilancia abbia finito per pendere così smaccatamente verso il Missouri. A parte la simpatia creata dal fatto che da ventinove anni i Royals non disputavano le World Series non vedo cosa di tanto diverso avessero rispetto a noi sì da creare un così marcato movimento d'opinione a loro favore. Auguro sia a Kansas City che a Minnesota tutto il meglio per l'avvenire. Naturalmente non simpatizzerò per loro solo quando giocheranno contro i Giants.

Nei prossimi giorni, come fatto un anno fa, analizzerò la stagione 2014 giocatore per giocatore anche alla luce di una loro presenza nel 2015 con i Giants. Cinque di essi in particolare sono a tiro di diventare Agenti Liberi ovvero Sandoval, Vogelsong, Peavy, Romo e Morse. Soprattutto su Panda abbiamo avuto la maniera di scrivere abbastanza chiaramente qual era l'oggetto del contendere tra il suo procuratore e la dirigenza rappresentata in primis dal Guru (Sabean). Certamente l'ottima seconda parte di stagione disputata e le ventisei valide azzeccate in post-season, record di tutti i tempi, hanno ulteriormente fatto salire le quotazioni di questo Terza Base. Ribadisco che Panda a me non piace nel complesso come giocatore ma i Giants hanno ben altri parametri da porre sul tavolo della discussione per  un ipotetico rinnovo contrattuale. Che personalmente al momento ritengo piuttosto improbabile.

Giants Talk, n. 34
Venerdì 31 ottobre 2014

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