martedì 4 marzo 2014

Giants Talk

E’ stato completato, e puntualmente emendato, l’elenco dei numeri di uniforme dei sessantasette giocatori presenti a Scottsdale in vista dell’inizio della Cactus League.
La scelta di casacca più attesa era quella che riguardava Michael Morse che alla fine ha optato per il numero 38 fino ad oggi presente sulle spalle di Heath Hembree. Quest’ultimo ha scelto di utilizzare il numero 37. Ricordo che il trentotto era il numero legato a Brian Wilson, oramai accasatosi presso altri pascoli. Sempre nel roster a quaranta segnalo che Gary Brown ha avuto il numero 56, appartenente fino a settembre scorso all’indimenticato Andres Torres. In pratica questo numero è rimasto di competenza del ruolo di Esterno. Eric Cordier (75), David Huff (78) e Kendry Flores (84) hanno ricevuto numerazioni altissime con il primo, possessore di un cognome di chiarissima origine francese, che per i primi quattro giorni del raduno ha visto scritto il suo nome sulle spalle come “COREIER”. Poi finalmente è arrivata la casacca nuova col cognome esatto. Nel gruppo degli invitati Kyle Crick ha ottenuto il numero 47 (che aveva Surkamp), Jason Berken il 50 (ex-Mijares), Juan Carlos Gutierrez il 57 (l’ex-proprietario è il mai troppo compianto Gaudin) mentre il bassissimo numero 6 è passato a Joe Panik dopo essere stato del grande Brett Pill. Il numero sei da anni è il mio preferito e mi fa molto piacere che sia stato dato a Joe Panik, giovine newyorkese classe 1990, che a mio parere tra un paio di stagioni potrebbe diventare titolare a difesa del sacchetto di Seconda Base avendo un potenziale e una classe, sia in difesa che in attacco, enormi. Un Panik che ammiro e stimo ogni giorno di più. Il numero 6 rimane quindi sotto la lettera iniziale “P”: da Pill a Panik.
Curioso infine il caso di Tyler Colvin che ha avuto in assegnazione il numero 91. Colvin è rimasto molto contento del numero altissimo sottolineando che tali cifre gli ricordano la profondità dove è precipitata la sua carriera di giocatore e da dove intende prontamente rialzarsi. Naturalmente sperando di assurgere ai livelli notevoli già attinti fino al 2012. L’ennesimo caso, questo di Colvin, dove l’impatto psicologico del numero di casacca serve ad un ulteriore sprone agonistico.

Il coaching staff, con il Supremo Boch in testa, ha chiarito l’ordine di utilizzo del lead-off nel line-up. Naturalmente il prescelto è Angel Pagan che si spera possa davvero disputare una stagione con un numero di gare oltre le centotrenta; il suo sostituto naturale nell’ordine di battuta sarà Gregor Blanco da cui si evince che al turno di riposo dato a Pagan corrisponderà la titolarità del Nostro White Shark venezuelano nel campo esterno centrale; infine il terzo lead-off sarà Joaquin Arias, davvero un interno di infinita utilità del quale diventa sempre più improbo non ricorrere ai suoi servigi.

Uno dei cubani attualmente ancora in cerca di squadra, e accreditato dagli scout di grandissime cose per il futuro, è l’interbase Aledmys Diaz. Costui viene considerato molto più talentuoso del suo connazionale Erisbel Arruebarruena appena firmato dai Dodgers. Una teoria sostenuta dal sempe acuto Grant Brisbee, che gestisce lo stupefacente sito McCovey’s Chronicles, ci informa che nello staff dei Giants esiste un non ben identificato scout che da anni propone nomi di agenti liberi stranieri sapendo già che l’organizzazione non li firmerà. Questo signor “nessuno” farebbe tale lavoro di scout per necessità e per rimanere credibile continua a proporre nomi. Senza speranza però perché la policy del Nostro club non è quella di firmare nomi roboanti per allettare la piazza. Ma sul nome di Aledmys Diaz c’è convergenza: ha qualità immense. E anche media di altre località, distanti da Frisco, sostengono che i Giants siano interessati fortemente a lui. Ma Brisbee non smette di scrivere e reiterare: “The Giants will not sign Aledmys Diaz”.

Sono andato a scorrermi, per curiosità, la lunghissima lista del personale dei Giants sotto la dicitura “Front Office”. Impiegati dell’amministrazione, del marketing, della comunicazione, delle operazioni di baseball, delle risorse tecnologiche e di quelle umane, ecc. Una marea di gente è pertanto a libro paga guadagnandosi da vivere sotto l’etichetta del datore di lavoro che risponde ai "San Francisco Giants". Ci sono nomi conosciuti così come invece tantissimi “signori e signore Nessuno” e tra essi v’è un buon numero di originari italiani con cognomi che non lasciano dubbi: Paul Turco, Mike Scardino, Nancy Donati, Paul Giuliacci, Carolyn Della Maggiore, Mario Alioto, Donna Dal Bazzo, Miker Paolercio, sono alcuni tra i nomi in vista; mi piace anche ricordare David Loewenstein, che è uno degli assistenti di Miguel “Mike” Murphy nel gestire la nostra clubhouse, e più di tutti mi piace la figura di Yeshayah Goldfarb che è alla sua tredicesima stagione lavorativa con i San Francisco Giants. Goldfarb, il cui nome e cognome non lasciano dubbio alcuno sulle sue meravigliose origini, ricopre diversi ruoli dal giorno per giorno nel farm system, allo scouting dei giocatori, alla compilazione dei roster, ai contatti con un esercito di persone dentro e fuori il club. Analisi statistiche su giocatori delle Leghe Minori, studi su possibili giocatori da acquistare, nuove tecnologie da acquisire nello studio del baseball completano la poliedricità e multifunzionalità di questa importantissima pedina dell’organigramma societario. Non posso che ringraziare e salutare quindi tutte le persone che spendono la propria professionalità per il bene dei Nostri Adorati. Buona stagione 2014 anche a tutti voi.

Ci fosse il premio per la “favola del raduno primaverile” quest’anno andrebbe di certo a Mark Minicozzi. Sappiamo che una serie di infortuni nel momento più promettente della sua carriera gli ha tagliato le gambe e massacrato i sogni di gloria. E sappiamo anche che dopo tre tristi stagioni trascorse nelle Leghe Indipendenti è riuscito, salutando dalla tribuna di Richmond alcuni suoi ex-coach, a ottenere un provino con il Nostro club che da due anni lo ha “reintegrato” nel proprio farm system. A trentuno anni Minicozzi sa che una certa traiettoria di carriera non la potrà più vivere ma la sua presenza a Scottsdale lo porta a vivere il sogno non ponendosi limiti e soprattutto ragionando agonisticamente con un promettentissimo “perché no?”. Negli anni bui Minicozzi ha anche militato nella Liga Nicaraguense, peraltro circuito di ottima qualità agonistica, pur di rimanere attaccato al sogno in considerazione del suo infinito amore per il Baseball. “Mi sembra di vivere un sogno qui a Scottsdale” ha dichiarato Minicozzi che poi ha aggiunto “ogni mattina alle sei e quarantacinque entro qui nello spogliatoio e mi cambio per l’allenamento. Ho sempre un gigantesco sorriso sul mio volto e non riesco a smettere di essere felice. Vi sembra strano vero? Ho speso anni in luoghi e squadre dove non c’era mica da sorridere…”.

Risultati della Cactus League
26 febbraio: Oakland 10, San Francisco 5
28 febbraio: Milwaukee 3, San Francisco 4
28 febbraio: San Francisco 6, Oakland 7 (a Phoenix)
1 marzo: San Francisco - Chicago Cubs (a Mesa) annullata causa pioggia
2 marzo: Arizona 3, San Francisco 5
3 marzo: San Francisco "B" 5, Chicago Cubs "B" 5 (a Mesa)
3 marzo: San Diego 7, San Francisco 2

Giants Talk
n. 2
martedì, 4 marzo 2014

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