Barry Bonds è arrivato a Scottsdale dove per una settimana,
su invito del management, ha svolto il ruolo di hitting instructor. Il suo
arrivo ha suscitato chiaramente lo smodato interesse della stampa che non può
che essersi lustrata gli occhi quando il fuciliere appena giunto ha fatto due
dichiarazioni eccellenti: 1) lasciamo la questione del mio doping al tribunale;
2) io merito certamente di venire incluso subito nella Hall of Fame.
Direi che non è proprio il caso di proseguire oltre su
questo argomento della presenza di Bonds a Scottsdale…
Provo molta stima per il Nostro partente Ryan Vogelsong
sebbene io non ne sia un assoluto estimatore. Un gran buon lanciatore,
certamente, ma di quelli che non mi accendono né la fantasia né la passione.
Abbiamo vissuto in profondità il suo duro e amaro 2013 ma con grande piacere
abbiamo poi preso atto che il Supremo Boch e l’onnipotente Sabean hanno deciso
di scommettere su di lui anche per questa stagione. In questo nuovo percorso di
redenzione, Vogey ha deciso di cambiare qualcosa nella delivery della pallina,
modifica che però alla terza uscita stagionale, contro Seattle, ha pagato una
pesante tariffa con sei valide permesse e ben sette corse concesse. Nella gara
seguente, contro Texas (giovedì 13 marzo), Vogelsong è tornato all’ovile ovvero
lanciando come aveva sempre fatto fino a tutto il 2013. Ora Vogelsong compirà
trentasette primavere il prossimo 22 luglio per cui sorge spontanea una
domanda: come mai verso fine carriera ha pensato di apportare questa modifica
nella meccanica di rilascio della pallina? Per trovare maggiore efficacia sulla
montagnola? O per dare anche un’idea di maggiore elasticità del suo approccio
al lancio? Credo che proprio Vogelsong sia il primo a pensare con frequenza che
il giovine ventunenne Edwin Escobar sta bussando con una certa speranza alla
Grande Porta della MLB, un mancino venezuelano che in un brevissimo futuro
potrebbe diventare una pedina importante nella Nostra rotazione. Da qui il
colpo di coda del buon “vecchio” Vogey per cercare, a parte i dati di questo
2014, di tenersi aperte più porte in seno ai Nostri Adorati. Solo teorie, le
mie. Sia ben chiaro.
Continua senza sosta la “battaglia dei rilievi”. Adesso che
anche Huff presenzia con regolarità nelle amichevoli la corsa al posto di
Rilievo Lungo si fa avvincente con in lizza anche Petit, favorito, e Loe. Il
medesimo discorso vale per i due posti di Rilievo Medio-Corto: qui il lotto dei
pretendenti è ben più nutrito e la scelta potrebbe/dovrebbe cadere quasi
sicuramente su Machi mentre per l’ultimo nome dovremo attendere quasi
sicuramente il deadline per comporre l’active roster. Dunning e Hembree
parrebbero i favoriti ma si fa fatica a non considerare Kontos, Cordier,
Reifer, Gutierrez, Bochy junior e anche Runzler, quest’ultimo ancora
più prezioso nell’eventualità che non fosse Huff il Rilievo Lungo scelto. Su
Law ritengo che inizialmente, per quante buone impressioni abbia già suscitato
a Scottsdale sulla scia della favolosa Arizona Fall League disputata lo scorso
ottobre, avrà come destinazione Fresno.
Risultati della Cactus League
11 marzo: San Francisco 8, Cincinnati 5
12 marzo: Chicago White Sox 3, San Francisco 4
13 marzo: San Francisco 4, Texas 4 –PAREGGIO-
14 marzo: Colorado 0, San Francisco 4
15 marzo: Oakland 8, San Francisco 1
15 marzo: San Francisco 13, Seattle 6
16 marzo: Cleveland 5, San Francisco 1
17 marzo: San Francisco 7, L.A. Angels 8
Giants Talk
n. 4
martedì, 18 marzo 2014
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