lunedì 25 novembre 2013

La stagione che è stata: Il Piccolino

Se ci vogliamo attenere alla statistica nuda e cruda e soltanto alla spietatezza dei numeri allora per Tim Lincecum quella del 2013 è stata la terza stagione negativa della sua carriera con i Nostri Adorati.
Se invece si vuole, pur mantenendo un parere di equilibrio, esprimere un giudizio più ampio posso arrivare a scrivere che questo 2013 per Il Piccolino non è certo stato pessimo come le due precedenti annate.
E questo perchè in parecchie gare di quest'anno la prestazione dei suoi colleghi della difesa ha pesantemente condizionato sia la sua attuazione sulla montagnola che il risultato medesimo della gara. Leggere solo di vinte e perse, di ERA e di WHIP accontenta la nostra mente e il nostro spirito di conoscenza e di approfondimento delle tematiche fino ad un certo punto. Perché i numeri, che nel Baseball hanno un impatto così preponderante nei giudizi, sono comunque interpretabili e se vivisezionati adeguatamente ci possono raccontare cose differenti dal loro pur intimorente aspetto.
Leggiamo qualche numero:
Anno  V-P    ERA  WHIP
2011  13-14  2.74   1.207
2012  10-15  5.18   1.468
2013  10-14  4.37   1.315
Probabilmente se Lincecum nel 2013 avesse presentato numeri peggiori dell'anno scorso allora il management avrebbe potuto pensare a lungo se offrirgli il buon biennale che ha firmato a ottobre scorso. Ma proprio perché Il Piccolino ha offerto, soprattutto dopo la pausa per l'All Star Game, prove di qualità e di solidità le cose sono andate (fortunatamente) in maniera diversa. A prima vista i numeri del 2011 sono decisamente migliori di quelli del 2013 laddove l'annus horribilis targato 2012 parli da sé. Ma la domanda che pongo è la seguente: nel 2011 le prestazioni difensive quanto hanno pesato nelle gare da partente di Lincecum? So di sicuro che in questo 2013 Il Piccolino ha patito parecchio dei disastri (anche banali) dei suoi pur celebrati compagni.
A ventinove anni e mezzo, con in tasca due World Series e due Cy Young Award, Il Piccolino sa benissimo che non può in eterno mantenere lo status di mitragliatrice di strike-out e questo sia perché l'energia e la potenza di qualche stagione fa sono lievemente calate, sia perché "lavorare" il battitore di turno magari eliminandolo con maggiore acume e con minor impeto può essere addirittura più utile e produttivo per le sorti dei Nostri Adorati. In questo Il Piccolino potrà essere aiutato psicologicamente da Tim Hudson che per propria ammissione in questi ultimi anni ha sempre più cercato di trarre vantaggio massimo dalle debolezze dei battitori piuttosto che tentare di mangiarseli con la veemenza dirompente di una palla veloce.
Bentornato quindi Piccolino per il prossimo biennio.
A nemmeno trent'anni hai ancora tanto da offrire: perché di Piccolino ce n'è uno solo.
E mai e poi mai potrai capire fino in fondo quanto ti amiamo e quanto ti sosterremo.
Giant una volta, Giant per sempre.

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