lunedì 6 aprile 2015

Giants Talk

A volere dare retta alla scaramanzia e, forse, alla Kabbalah il 2015 sarà per i Giants una stagione-no.
Non si tratta di un anno dispari (mi piace molto "crooked", che è più inglese, e molto meno "uneven" che sa maggiormente di oltre oceano) quindi prendendo come esempio cosa accadde nel 2011 e nel triste 2013 dovremmo già sapere come andrà a finire. Ho letto un po' dappertutto questa cosa e quello che più mi ha sportivamente preoccupato è che c'è un sacco di gente che, almeno a parole, tende a credervi. Come se in questo caso il destino fosse già scritto  e segnato ancora prima di scendere sui vari diamanti che ci vedranno protagonisti.

La storia e l'esperienza ci insegnano che ad aprile, ma anche a maggio e a giugno, è impossibile profferire pronostici per fine settembre. Certo. Ovvio. Chiaro. E io non ne farò.
Anche perché nel Nostro caso c'è un effetto di appagmento psicologico che più di qualunque altro fattore inciderà sul Nostro percorso 2015.
Tre titoli in un lustro: tre gemme leggendarie. Tre capolavori dal sapore duraturo, siderale ed eterno.
Cos'altro domandare a questo gruppo?
Difficile poterlo dire in questo momento.

Certamente uno dei massimi obbiettivi della nostra dirigenza è quello di rinnovarsi gradualmente in ogni settore, quindi anche non nel parco giocatori, al fine di procrastinare il più possibile questa dinastia. Sì da potere rimanere competitivi e potere offrire un esempio di carattere ed onestà durevoli.
Ho trascorso parte di questa off-season a ragionare con diverse persone su come potremo affrontare agonisticamente il 2015. In tutti noi c'è la speranza, naturalmente, di tornare alla post-season seppure consci che il cammino sarà di una difficoltà esagerata. Iniziando dalla rotazione per proseguire con gli attori mazza in mano sappiamo di avere alcuni rospi tosti da inghiottire. Sappiamo che per un certo numero di gare, minimi quanto vitali accorgimenti e cambi di rotta saranno a dir poco obbligatori se vogliamo partire subito col piede giusto per poi cercare di assestarci a metà percorso. Perché solamente a fine giugno dovremmo/potremmo iniziare a capire che genere di stagione si starà stagliando e sagomando di fronte ai nostri occhi. E questo indipendentemente dalla deadline del 31 luglio in cui nuovamente saremo vestiti da buyers o da sellers. O da niente di tutto ciò come da recenti nostre esperienze.

In chiusura ritengo che la cosa più importante in assoluto che ci fornirà questa stagione 2015 sarà la nuova possibilità di guardarci tutti allo specchio al mattino, prima di iniziare la consueta faticosa giornata in mezzo al mondo, e dire con immutata soddifazione: "Io appartengo".
Perché vivere ogni giorno con i Giants, respirarseli day-by-day, riconoscere immediatamente i volti dei nostri protagonisti sarà come rinnovare una volta di più il nostro credo in queste genti e in questo modo di essere e vivere questa straordinaria esperienza sportiva.
Che, tenetelo ben presente, non ha eguali né sbiadite rassomiglianze in nessuna delle altre ventinove clubhouse della Major League.

Noi siamo i San Francisco Giants.

Giants Talk, n. 38
Lunedì, 6 aprile 2015

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