domenica 9 novembre 2014

La stagione (leggendaria) che è stata: tre dei quattro petali del quadrifoglio...

In realtà in questo pezzo avrei voluto elencare e disquisire su tutti e quattro i petali del quadrifoglio da me definiti in corso di stagione ovvero Ishikawa, Panik, Susac e il mio adorato Jacob Edwardino (Peavy). Ma per quest'ultimo ho ritenuto una diversa collocazione, scrivendo di lui quando assemblerò il pezzo sulla rotazione e affini.

L'immenso Joe Panik...

Quattro sono stati i petali del quadrifoglio. Così ho battezzato gli arrivi scaglionati di Ishikawa, Panik, Susac e Peavy. Ognuno, a mio parere, ha avuto un'importanza decisiva in questa stagione sebbene Susac nei play-off abbia calpestato poche volte l'erba del diamante. Sono stati quattro giocatori scelti in momenti precisi e di grande difficoltà, quattro scelte azzeccatissime che ancora una volta ci fanno capire che razza di conoscenza straordinaria e profonda abbia il Guru (Sabean) di questo gioco e delle genti che lo pullulano agonisticamente.

Travis Ishikawa
Dopo averci lasciato nel 2011 ha incominciato a girovagare nella Major League venendo progressivamente impiegato anche nelle compagini del Triplo A delle rispettive squadre di MLB presso cui è passato. Dopo che a maggio Pittsburgh lo ha scaricato Ishikawa ha incominciato seriamente a pensare al ritiro e a cercarsi un lavoro differente col quale campare e dare da mangiare alle persone a lui care. Il fato ha voluto che l'ottimo Mark Minicozzi si fosse appena infortunato a Fresno, malanno la cui durata non appariva chiara. Cosicché il Guru ha ritenuto di riprendere in seno ai Giants il già conosciuto Ishikawa. Giocatore che non mi è mai piaciuto e che proprio a maggio con alcuni conoscenti statunitensi ritenemmo, in un commento in un forum, un acquisto di secondo piano. Con i Grizzlies questo sagace e duttile ball player ha subito mostrato un cambio di marcia importante rispetto a come lo si conosceva. Buone prestazioni sia in attacco che in difesa lo hanno portato a venire considerato quale sostituto per l'infortunato Belt. Ishikawa ha retto all'urto del rientro in MLB con la nostra uniforme finendo per incanalare una prestazione positiva dietro l'altra. Provato all'occorrenza ad Esterno Sinistro in un ruolo per lui astruso, ha saputo rispondere più che discretamente così da rimpiazzare il povero Morse che si è andato ad infortunare proprio nel momento più delicato della stagione regolare. Ai play-off Ishikawa ha poi culminato i suoi sogni più reconditi picchiando il fuoricampo da tre corse con cui abbiamo ucciso gara-5, nonché la serie, contro Saint Louis. Grazie di tutto Ishi. E chiedo umile venia per essere stato sempre un tuo detrattore.

Joe Panik
Ora qui sarebbe troppo facile passare all'incasso e scrivere "io l'avevo detto e io l'avevo scritto" magari segnalando le date tra febbraio e marzo in cui avevo scritto di questo giocatore. I numeri del 2013 ci hanno segnalato un giovine in crescita notevole sul quale potere contare progressivamente. Era ovvio che a inizio stagione non lo avremmo lanciato nell'arena col rischio di bruciarlo ma una volta preso atto che Marco(s) Scutaro non ce l'avrebbe fatta ci siamo ritrovati con l'acqua alla gola in Seconda Base tanto che a quel punto il detto "o la va o la spacca" è diventato di dominio pure nella nostra clubhouse. Arrivato in tutto silenzio e con fare dimesso, Panik è andato via via costruendosi quella solidità di cui si sapeva esserne un probabile esponente. Buoni numeri in battuta, una difesa pressoché scevra da errori, un carattere docile quanto risoluto per i momenti che servivano. Panik è stata una delle risposte allo sconfinato mondo degli idioti che ritengono che il nostro farm-system non abbia giocatori di qualità da potere inserire in prima squadra all'abbisogna. Panik è stato una scommessa azzeccata che ha restituito dividendi altissimi a chi ha investito su di lui. I risultati sono davanti agli occhi dell'intera famiglia del Baseball mondiale. E io ne sono felicissimo perché al massimo per il 2015 vedevo in lui l'erede di Scutaro. Tanto meglio quindi se già nel 2024 ha avuto la sua consacrazione.

Andrew Susac
Confesso di essermi sentito infastidito già un anno fa quando su questo giocatore leggevo sentenze tipo "è bravo ma in casacca Giant è chiuso e non ha futuro per cui è bene che i Giants lo cedano". Giudizi troppo affrettati e netti. Già nello scorso raduno primaverile di Scottsdale è apparso chiaro come Susac avesse innestato una marcia in più, sebbene la sua prima destinazione sia poi stata il Triplo A a Fresno. Chi ha voglia di andare a ritroso nel blog potrà leggere con i propri occhi come per Susac e per Panik io abbia sempre cercato di fornire informazioni sul loro andamento in uniforme Grizzly proprio perché il sentore era che prima o poi durante questo 2014 avrebbero fatto il grande salto. Nel caso di Susac le porte del grande palcoscenico si sono aperte quando i colpi ricevuti al capo e al casco da Sanchez hanno messo KO questo Backstop venezuelano. A quel punto, in estrema necessità, il Guru di concerto col Supremo ha deciso di promuoverlo a corte. E come per Panik, anche per Susac le rose sono immediatamente fiorite. Maturità nel chiamare i lanci, accortezza e disciplina al piatto e carattere da vendere sono state le doti evidenziate da questo discendente alla lontana di serbi. Al momento, in tutta onestà, non vedo come questo Ricevitore possa venire scalzato dal ruolo di vice-Posey. A Scottsdale a febbraio prossimo avremo la possibilità di ammirarlo nuovamente.

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